Roma è la meta turistica per eccellenza, adatta a ogni genere di visitatore. Il viaggio eco-sostenibile significa solo immergersi nella natura e partire alla scoperta di luoghi sconosciuti? Ogni luogo può rappresentare la meta ideale di un viaggio responsabile, e anche senza allontanarsi troppo dalla Capitale è possibile scoprire destinazioni eco-friendly, angoli nascosti e posti green che vale la pena visitare.
Green Motion ha selezionato 7 posti green da vedere nei dintorni di Roma.
Per esplorare al meglio la zona, le agenzia di noleggio Green Motion di Roma ti aspettano con la flotta di auto low cost a basso impatto ambientale.
Denominato anche Sacro Bosco o Villa delle Meraviglie di Bomarzo, in provincia di Viterbo, questo parco a tema rappresenta un autentico tesoro nascosto tutto da scoprire della Tuscia Laziale.
All’ingresso di questo bosco i visitatori saranno immediatamente catapultati in un mondo fantastico, dove risiedono da oltre 500 anni animali mitologici e giganteschi mostri di pietra. Le emozioni che essi trasmettono sono molteplici: stupore, meraviglia ma anche un po’ di timore. L'architetto Pirro Ligorio lo realizzò su commissione del Principe Pier Francesco Orsini, lasciando il compito a studiosi, artisti ed intellettuali di ogni epoca di interrogarsi sulle reali intenzioni del committente e sui significati nascosti disseminati nel parco.
Le attrazioni sono infatti cariche di simbolismi e riferimenti continui alla mitologia, attraverso un percorso sorprendente e a tratti disorientante che procede con grandi statue, edifici surreali, iscrizioni e indovinelli.
Villa d’Este, uno dei siti italiani facente parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco, si trova a pochi chilometri da Roma. Realizzata per volere del cardinale Ippolito II d'Este, governatore di Tivoli dal 1550, la villa intendeva far rivivere i fasti delle corti ferraresi, romane e francesi grazie alla sua impressionante concentrazione di fontane, grotte e giochi d’acqua.
È proprio il giardino della villa il protagonista del sito, ideato dal pittore e architetto Pirro Ligorio e realizzato dall'architetto di corte Alberto Galvani con l’aiuto di molti altri artisti ed artigiani.
Vulci è un luogo affascinante unico nel suo genere, è molto esteso e ricco di arte e cultura, ma anche di natura selvaggia e incontaminata. Il parco si estende per circa 900 ettari, dove è possibile trovare i resti dell'antica città etrusco-romana di Vulci - risalente al IV secolo a.C. - ma anche un’affascinante natura incontaminata composta da canyon scavati nella roccia, la macchia mediterranea e alcune piccole valli dove pascolano vacche maremmane e cavalli bradi.
Vulci è anche Oasi del WWF, con un’area protetta che si estende per 295 ettari lungo il fiume Fiora. Un piccolo invaso dell'Enel ha creato un ambiente lacustre e paludoso, habitat ideale per diverse specie di uccelli come aironi cinerini e garzette, il germano reale ed altri anatidi. È stata segnalata anche la presenza della lontra, un importante indicatore biologico che testimonia l'ottima qualità dell'ambiente. È proprio la lontra il simbolo dell’Oasi di Vulci.
Il borgo di Sperlonga è uno dei più belli e rinomati del litorale laziale, in una posizione caratteristica e affascinante poiché si trova su uno sperone di roccia proteso verso il mare. È circondato da un territorio quasi completamente pianeggiante, con spiagge di sabbia fine e bianca, a cui si alternano speroni di roccia che precipitano verso il mare che danno vita a meravigliose calette spesso raggiungibili solo in barca.
Il borgo di Sperlonga conserva sia architetture religiose, civili e militari che un importante sito archeologico, la villa dell’imperatore romano Tiberio.
“Ecco Ninfa, ecco le favolose rovine di una città che con le sue mura, torri, chiese, conventi e abitati giace mezzo sommersa nella palude, sepolta sotto l’edera foltissima. In verità questa località è più graziosa della stessa Pompei, le cui case s’innalzano rigide come mummie tratte fuori dalle ceneri vulcaniche. Sopra Ninfa s’agita invece un’olezzante mare di fiori, ogni parete, ogni muro, ogni chiesa ed ogni casa sono avvolti in un velo d’edera e su tutte le rovine sventolano le bandiere purpuree del dio trionfante della primavera”. Le parole del grande storico viaggiatore Ferdinando Gregorovius, scritte alla fine del 1800, descrivono perfettamente le rovine di questa città situata nel cuore di un’Oasi WWF, che appaiono affascinanti oggi esattamente come allora.
Alcuni antichi documenti raccontano di come, nella zona dove ora sono presenti le rovine, un tempo ci fosse un tempio dedicato alle ninfe, da cui ha poi preso il nome. La costruzione che oggi spicca maggiormente tra i viali del giardino è il Castello dei Caetani e un particolare ponte detto “del macello”.
La città di calcata figura nella classifica di Skyscanner che raggruppa "Le 20 Città nella Roccia più spettacolari d'Italia", grazie alle sue case e costruzioni che paiono quasi un prolungamento della roccia tufacea.
L’atmosfera creata è quella di un borgo incantato, meta apprezzatissima da artisti e hippies, scenario di feste al limite dell’esoterico come la notte delle streghe.
È considerato uno dei borghi più belli d'Italia anche se conosciuto anche con la definizione di “la città che muore”. Questo nomignolo è dovuto alla sua condizione precaria, è infatti situata in cima ad uno sperone di roccia tufacea e raggiungibile solo attraverso un ponte pedonale: il colle che la sorregge si sta lentamente erodendo a causa dell’azione delle acque di due torrentelli, da quella delle piogge e del vento.
Ad abitare stabilmente presso il borgo sono solo poche famiglie, sono i turisti e i curiosi che animano e riempiono le viuzze che partono tutte dall’unica piazza e che permettono di compiere un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo.